Dott. Francesco Margheriti - Biologo Nutrizionista

  • A cosa può servirci avere valori corretti di selenio? Ce lo dice la scienza

    Il Selenio, in quanto oligoelemento, costituisce una parte essenziale della nostra dieta.

    In collaborazione con l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, i ricercatori di Charitè dell’Università di Medicina di Berlino, sono stati in grado di dimostrare che i livelli di selenio nel sangue sono associati ad un abbassamento del rischio di sviluppare cancro al fegato. In aggiunta ad altri fattori di rischio, lo studio esamina anche come i livelli di selenio possono influenzare lo sviluppo di altri tipi di cancro.
    I risultati di questo studio sono stati pubblicati sull’American Journal of Clinical Nutrition.

     

  • Attenzione allo iodio

     

    Mettiamocelo bene in testa: respirare l’aria di mare non serve a farci assumere iodio. Per questo è fondamentale mangiare cibi che ne siano ricchi, pesce, molluschi e crostacei di mare in primis, e condire con (poco) sale iodato. Il consiglio vale per tutti, ma in particolare per le giovani donne in età fertile, con l’obiettivo di preservare la salute della tiroide e salvaguardare i neonati da futuri deficit intellettivi e psicomotori. E il messaggio va diffuso chiaro e forte anche in un paese circondato dal mare come l’Italia: una recente indagine condotta sui bambini in età scolare ha mostrato infatti che solo in tre Regioni, tra cui la Liguria, si raggiunge un adeguato apporto di iodio. I dati, raccolti dall’Istituto Superiore di Sanità attraverso gli Osservatori Regionali per la Prevenzione del Gozzo, mostrano uno scarso apporto iodico anche nelle donne in gravidanza che non assumevano integratori e, nei neonati, una persistente frequenza di valori elevati di Tsh, un indicatore biologico specifico dell’ipotiroidismo congenito misurato con screening obbligatorio alla nascita.

    La prevenzione è nel piatto. 
    L’unico modo che abbiamo per assumere la quantità di iodio necessario al nostro organismo è attraverso il cibo. Considerato che l’apporto di iodio giornaliero raccomandato per un adulto è di 150 mcg (Iss), tra gli alimenti che non devono mancare sulla nostra tavola ci sono i prodotti ittici, soprattutto molluschi e crostacei, che contengono circa 74 mcg di iodio per 100 gr. Un buon contributo all’apporto viene anche dai formaggi stagionati (30 mcg/hg) e anche da una tazza di latte (15 mcg/hg), senza differenze tra latte fresco e a lunga conservazione né tra intero e scremato. Più modesto l’apporto di uova (8mcg/hg), cereali (6mcg/hg) e carni e pollame (3 mcg/hg).

    Attenzione alla cottura.
     Va però considerato che con la cottura mediamente si perde circa il 30 per cento dello iodio (il 20% con la frittura, il 58% con la bollitura, e il 23% con la cottura alla griglia). Per questo è consigliabile utilizzare il sale iodato (non sostituibile con il sale marino integrale) e, in caso di diete iposodiche, consumare patate e carote iodate (0,25-0,5 mcg/g). In casi particolari e in gravidanza si possono assumere anche integratori contenenti quantità variabili di iodio (50, 100, 225 mcg) sotto forma di capsule molli che possono fornire dal 15% al 150% della razione alimentare giornaliera.

    Mamme e bambini ne consumano di più. 
    Lo iodio è indispensabile al corretto funzionamento della tiroide a cominciare dallo sviluppo prenatale. Ritardi nel linguaggio, dislessia, deficit psico motori, malformazioni congenite, cretinismo sono alcune delle più frequenti conseguenze di una carenza di iodio nella futura mamma o nelle fasi di sviluppo del feto, quando si formano alcuni degli organi più importanti, come il cervelletto. Se l’insufficienza di iodio è severa aumenta il rischio di aborto, di mortalità neo- e peri-natale, di ipotiroidismo neonatale, di gozzo neonatale e di deficit intellettivi gravi. È questo il motivo per cui nelle donne in gravidanza il fabbisogno giornaliero di iodio sale fino a 250 mcg. Anche per i lattanti il rischio è elevato: in questa fase il fabbisogno, in rapporto al peso corporeo, è maggiore che in ogni altra età della vita. In effetti il latte materno contiene una quantità elevata di iodio, più del doppio del latte vaccino; tuttavia, nel caso delle madri fumatrici, può non essere sufficiente. Per questo, durante la gravidanza e l’allattamento è importante assumere specifici integratori. “I deficit cognitivi della carenza di iodio nei bambini possono essere almeno in parte prevenuti con un’assunzione supplementare di questa preziosa sostanza durante la gravidanza”, spiega Mohamad Maghnie, Presidente Siedp, Società italiana di endocrinologia e diabetologia pediatrica e responsabile unità operativa di endocrinologia clinica e sperimentale dell’Istituto Giannina Gaslini, Università di Genova. "Dati recenti, frutto di diversi studi scientifici, dimostrano che l'assunzione di iodio nelle donne in gravidanza assicura al lattante un adeguato apporto nutrizionale di questa sostanza". Un risultato che suggerisce la necessità di sensibilizzare tutte le giovani donne, e in particolare quelle in gravidanza.

    La campagna di informazione.
     Purtroppo, non solo i cittadini comuni ma anche la classe medica sembra non essere del tutto consapevole dell’importanza del problema. La raccomandazione del ministero della Salute sul sale iodato e la Legge 55/2005 sulla Iodoprofilassi sono rimaste inascoltate. “I dati diffusi dall’Iss e la mancanza di informazione, non solo da parte della cittadinanza ma anche da parte della classe medica, ci hanno indotti a promuovere una campagna ad hoc”, conclude il presidente della Siedp. Da ottobre 2014 fino a maggio la Società scientifica organizzerà incontri di informazione ed educazione in alcune scuole primarie e dell’infanzia di Genova, Torino, Milano, Bologna, Pisa, Roma, Napoli, Potenza, Bari e Cagliari, distribuirà materiale informativo ai medici e organizzerà una serie di tavole rotonde di aggiornamento su tutto il territorio nazionale.

     

    Fonte: d.repubblica.it/benessere/2014/12/05/news/gravidanza_iodio_carenza_rischi_consigli_prevenzione-2401483/

  • Aumento di peso e comparsa di tumori: esistono correlazioni?

    Al momento non esiste ancora alcun motivo per ritrovarsi in una situazione di sovrappeso o obesità con l’avanzare dell’età. Un team internazionale di ricercatori ha identificato altri 8 tipi di cancro legati a queste due condizioni fisio-patologiche non ottimali per la salute: stomaco, fegato, cistifellea, pancreas, ovaio, meningioma, tiroide e mieloma multiplo.

    I dati suggeriscono che limitare l’aumento di peso nel corso dei decenni potrebbe contribuire a ridurre il rischio ci comparsa dei tumori sopra elencati.

    I risultati, pubblicati questo 25 agosto sul New Journal of Medice, si basano su una revisione di più di 1000 studi sull’eccesso di peso e rischio di cancro analizzati dalla Agenzia Internazionale dell’ IARC.

    “La presenza del cancro a causa di una condizione di sovrappeso o obesità è più ampia di quello che si prevedeva”, parole di Graham Colditz, DrPH della Washington University School of Medicine di St. Luis, che ha guidato il gruppo di lavoro IARC, “molti dei tumori di nuova identificazione sono legati all’eccesso di peso e non sono stati considerati in tal senso per molti anni dalla popolazione normale e dalla componente scientifica della nostra società”.

    I risultati di questo studio potrebbero avere un impatto significativo sulla popolazione mondiale. In tutto il mondo, si stima che 640 milioni di adulti e 110 milioni di bambini sono obesi.

    Nel 2002, lo stesso gruppo di ricercatori ha evidenziato una correlazione fra aumento di peso e comparsa di tumore al colon negli uomini, oltre alla comparsa di cancro in esofago, rene, seno e utero nelle donne.

    “Lo stile di vita, come mangiare in maniera consona, seguire una dieta sana, mantenere il peso entro limiti costanti, fare esercizio fisico, non fumare, può avere un impatto significativo sulla riduzione della comparsa del cancro”, ha detto Colditz. “Gli sforzi della sanità pubblica per la lotta contro il cancro dovrebbero concentrarsi su queste cose, situazione che possono essere controllate più facilmente dalla volontà del singolo soggetto”.

    “Perdere peso è difficile per molte persone; invece di scoraggiarsi e rinunciare, chi si trova in questa situazione dovrebbe concentrarsi sull’evitare un ulteriore aumento del peso stesso”.

    Per la maggior parte dei tumori presenti in questo articolo, i ricercatori hanno osservato una relazione dose-risposta di tipo positivo: maggiore era l’indice di massa corporea (BMI), maggiore era il rischio di cancro.

    I risultati erano simili fra uomini e donne, appartenenti a gruppi etnici diversi fra loro.

    Il grasso in eccesso porta ad una sovrapproduzione di estrogeni, testosterone ed insulina, promuove l’infiammazione, tutti elementi utili allo sviluppo del cancro.

    E’ quindi giunto il momento di prendere in considerazione, sul serio, il discorso salute. Prevenire è sempre meglio che curare, soprattutto quando la cura per alcune patologia (come alcuni di tipo di cancro) non è al momento disponibile.

     

     

    1. Béatrice Lauby-Secretan, Chiara Scoccianti, Dana Loomis, Yann Grosse, Franca Bianchini, Kurt Straif. Body Fatness and Cancer — Viewpoint of the IARC Working GroupNew England Journal of Medicine, 2016; 375 (8): 794 DOI: 10.1056/NEJMsr1606602
  • I vari tipi di sale che troviamo al supermercato, servono veramente?

    Leone nero hawaiano, rosa himalayano, rosa boliviano, primavera rosa peruviana. Questi non sono colori diversi, sono diverse varietà di sale, e sono solo alcune delle decine di opzioni ora disponibili sul mercato.


    Sali di mare e altri sali di finitura sono diventati molto popolari tra gli chef e addetti ai lavori che li utilizzano per aggiungere particolari note di sapore e colore ai piatti. 

    Questi nuovi tipi di sali non sono semplicemente considerati come più saporiti. Molti produttori e utilizzatori affermano che i sali marini sono più sani del sale da tavola perché sono più naturali e meno raffinati, oltre a contenere maggiori tracce di sali minerali.
    E i presunti vantaggi non si fermano qui. I siti di vendita online promettono che i sali marini possono eliminare tossine, bilanciare il pH del corpo, migliorare la circolazione, migliorare la salute digestiva e fornire tanti utili antiossidanti.

     

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